[1]Angelo
Regosa ha 29 anni quando – nel 1951 – viene eletto per la prima volta Sindaco
di Leno; è rieletto, sempre come primo Cittadino, nel 1956, nel 1960 e nel
1964. Complessivamente quattro legislature consecutive, di cui l’ultima non ha
potuto essere completata solo a seguito delle sue dimissioni irrevocabili presentate
per motivi personali il 27 maggio 1968.
Una personalità matura la sua, sotto il profilo umano,
religioso e politico.
Una rara assimilazione di fede, di virtù umane e civiche,
illuminate da una solida istruzione classica e da una convinta formazione
religiosa che hanno plasmato il suo carattere aperto, forte, generoso e
lungimirante.
Ha cominciato in età giovanile ad assumere
responsabilità sociali e civili[2].
Ha solo 22 anni quando – dopo lo sfacelo dell’esercito
italiano dell’8 settembre 1943 – da giovane ufficiale passa all’organizzazione
e alla guida del locale movimento di resistenza patriottica facente capo al
gruppo “Tita Secchi” delle Fiamme Verdi e presiede il Comitato di Liberazione
Nazionale di Leno, esercitando in questo ruolo singolari doti di mediazione fra
tutte le forze politiche del Comune[3].
Arrestato nella notte del 14 aprile 1945 con altri 12
amici, a soli 23 anni, subisce pestaggi
e rischia la fucilazione.
Viene liberato il 24 aprile 1945 insieme agli altri
prigionieri politici rinchiusi a Canton Mombello.
Angelo Regosa è un educatore: insegna come maestro alle
scuole elementari, ma la sua propensione all’ideale educativo si riversa ben
oltre, animando la formazione di laici cristiani in grado di assumere
responsabilità nel partito, nel sindacato, nell’amministrazione pubblica,
nell’associazionismo. E’ attivo particolarmente nell’ambito delle ACLI,
nell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, nell’Azione Cattolica. Le serate
che trascorre con i suoi amici-collaboratori poco più che ventenni, sono
dedicate ad approfondire insieme gli scritti di Giorgio La Pira, Giuseppe
Dossetti, Primo Mazzolari e ad esaminare i gravi problemi che affliggono la
Leno del dopoguerra.
Anche le sue doti di Amministratore pubblico hanno modo di
dispiegarsi molto presto, a 23 anni diventa Presidente dell’Asilo (carica che
coprirà dal 1945 al 1947); successivamente nel 1948 a 26 anni è nominato
Presidente dell’Ospedale, che riqualificherà con mirati adeguamenti e doterà di
moderni strumenti sanitari per farlo passare da semplice Infermeria ad Ospedale
di terza categoria[4].
Un significativo contributo per le nuove opere e dotazioni
proviene proprio dal Comitato di Liberazione Nazionale di Leno, di cui Regosa è
pure Presidente; il reimpiego di somme ricavate dalla vendita di beni
sequestrati ai tedeschi in fuga, diventa così risorsa e servizi a favore
dell’intera comunità[5].
Segretario della Democrazia Cristiana sezione di Leno sin
dal maggio 1945, Angelo Regosa ha un’influenza determinante nella vita
amministrativa ispirando e sostenendo l’Amministrazione Comunale
nell’affrontare i problemi più urgenti della comunità, tra i quali:
·
la
soddisfazione dell’obbligo scolastico: più della metà degli alunni infatti non terminava la classe quinta;
la previsione dell’obbligatorietà della frequenza scolastica legata
all’acquisizione del diritto all’assistenza (medicine, spedalità, Eca,
Patronato scolastico) fu un efficace mezzo di scolarizzazione, nel giro di soli
tre anni infatti si raggiunse la regolare frequenza della quasi totalità degli
alunni.
·
l’istituzione (in collaborazione con il Provveditorato
agli studi, le Acli e l’Aimc) di corsi serali per giovani sprovvisti
dell’attestato di V elementare e di corsi professionali Enaip per conseguire
l’attestato di specializzazione per l’avviamento al lavoro. Si riteneva infatti
che la mancanza di sviluppo economico e di iniziative private aveva le sue
radici principalmente nella mancanza di istruzione.
1949 - Inaugurazione Case Popolari |
·
la costruzione delle prime case popolari, che sorgeranno in via Ermengarda (
inaugurate l’8 maggio 1949) e destinate ad una ventina di nuclei famigliari;
era il primo avvio all’impegno di rispondere al risanamento abitativo, poichè
1/3 delle abitazioni sul territorio erano valutate inabitabili
·
il sostegno
economico delle colonie elioterapiche promosse dalle Acli a favore di
centinaia di bambini appartenenti alle famiglie più povere di Leno
·
le numerose
iniziative per far fronte al dramma della disoccupazione
E’ eletto Sindaco alle elezioni
amministrative del 27 maggio 1951.
Ha ventinove anni e un bagaglio
di valori e di esperienza rari.
Per lui la vita di una persona,
di ogni persona, è un valore assoluto;
la sua radicale apertura ai poveri gli merita l’appellativo di Sindaco dei poveri, mentre l’ambiente prefettizio lo definirà
Sindaco rosso della bassa perché gli rimproverava di spendere troppo
per garantire l’assistenza sanitaria a chi non poteva permettersela.
E’ un vulcano di iniziative e
da vero trascinatore coinvolge tutti nella sua corsa tesa a dare dignità alle
persone, in particolare alle più bisognose.
ASCLeno u.a. 6306 |
ASCLeno u.a. 6306 |
La situazione a Leno era ancora
grave: la mancanza di lavoro soprattutto creava una grande sofferenza: Regosa
ha usato tutta la sua influenza per convincere agricoltori e responsabili di
aziende locali ad assumere almeno i capifamiglia.
Ma molte famiglie, che non
riuscivano a trovare occupazione, si disponevano anche alla straziante scelta
dell’emigrazione.
ASCLeno u.a. 6306 |
Con una scelta coraggiosa e
prescindendo dalle ideologie e dal credo politico di ciascuno, il Sindaco
Regosa indirizza ed accompagna con un’attenzione commovente l’esodo di numerose
famiglie.
Si accorda con sindacalisti
piemontesi, pavesi e milanesi, verifica i luoghi disponibili ad accogliere le
famiglie per accertarsi che i suoi concittadini possano godere di condizioni
contrattuali, di vita e di lavoro dignitose. Dà inizio all’operazione solo
quando è certo del successo: provvede ad erogare a ciascuna delle famiglie
emigranti 10.000 lire, e una cifra necessaria per sostenere il costo del
trasloco[6].
La sua relazione con queste
famiglie non finisce però con il loro esodo: un interessante epistolario (di
cui è conservato solo qualche esemplare nell’archivio comunale - unità archivistica 6306) testimonia i
contatti che intercorrono tra i lenesi emigrati e quello che considerano ancora
il loro Sindaco, che in
occasioni o solennità particolari va anche a trovarli personalmente.
Non vi è stato settore che il
Sindaco Angelo Regosa abbia trascurato[7]:
Nell’ambito sanitario
o Si
fa carico della fornitura gratuita delle specialità medicinali, ai capifamiglia
dei salariati agricoli (che allora dovevano essere a carico degli interessati)
o Sostiene
il finanziamento dei ricoveri ospedalieri per i lavoratori del settore agricolo
che a quel tempo non avevano diritto alla mutua;
o Prevede
l’esame eschermografico radiologico e la prova della tubercolina per i bambini
dell’asilo e delle elementari: i bambini sospetti di infezione tubercolare
venivano poi inviati in idonei luoghi
di cura;
o Istituisce
gli ambulatori medici nelle frazioni.
·
Nell’ambito scolastico
o si
adopera per favorire la fornitura gratuita di libri e cancelleria ai più
poveri, istituisce la refezione scolastica estesa anche agli alunni delle
frazioni e dei cascinali del Pluda, Scovola e Mirabella;
o avvia
l’interscuola e sostiene l’invio di centinaia di bambini nelle colonie marine e
montane;
o rende
le strutture scolastiche più razionali e rispondenti alle necessità didattiche;
rinnova l’impiantistica e gli arredi scolastici;
o costruisce
l’attuale Scuola Media, che nasce inizialmente come scuola di avviamento
professionale;
o fa
ampliare gli edifici scolastici di Porzano e Castelletto;
o costruisce
asili nuovi nelle popolose cascine di Pluda e Scovola
·
Nell’ambito del lavoro
1954-55 partecipanti corso muratori |
o sostiene
corsi di addestramento per diverse tipologie di attività (muratori,
trattoristi, mungitori, sarte, metalmeccanici);
o si
adopera per convincere imprenditori ad impiantare fabbriche (Cobo, Salil,
Sama);
o richiede
contributi statali per eseguire opere di miglioria fondiaria, per la
sistemazione di strade comunali e di vasi irrigui
Per il rilancio economico e produttivo di Leno
o Avvia
la Fiera di San benedetto, che continuerà per ben 21 edizioni attraendo numeroso pubblico nella prospettiva di scambi commerciali significativi per il
paese, diventerà la più importante fiera agricola della Provincia;o Mette mano alla sistemazione dell’Ippodromo comunale, per la ripresa delle competizioni ippiche su scala nazionale;
o Organizza memorabili manifestazioni ciclistiche con la presenza di sportivi di fama nazionale (Bartali, Coppi, Magni…).
Nell’ambito residenziale
o Provvede
alla costruzione delle Case della Solidarietà: mini-alloggi per persone sole,
senza casa, che potevano godere di un tetto sotto il quale riunire i propri
piccoli beni ed affetti. I primi 8 mini alloggi furono costruiti senza
gravare sul bilancio comunale, avendo interessato all’iniziativa enti vari,
persone sensibili, e perfino i suoi alunni di V elementare (a cui
pedagogicamente chiedeva di contribuire attingendo dalla mancetta settimanale
dieci entesimi, che erano l’equivalente del costo di un mattone);
o Fa
costruire le case popolari per i contadini al Villaggio Ippodromo e al
Villaggio San Benedetto;
o Con
padre Marcolini realizza i villaggi La famiglia. Aveva acquistato le
aree più economiche e le ha messe a disposizione della Cooperativa e dei futuri
proprietari senza costi aggiuntivi.
Regosa non lascia mai nulla di
intentato.
Coinvolge persone e personalità
di peso: il senatore Ludovico Montini, che in qualità di Presidente
dell’Amministrazione Aiuti Internazionali sostiene con contributi i servizi
socio-sanitari e scolastici delle famiglie in estremo stato di bisogno.
Aldo Moro: lettera autografa |
Enrico Mattei, perché
Insomma, tutta la sua capacità
di relazione, privata e pubblica, è investita a favore della sua comunità,
della sua gente.
E’ opportuno tener presente che contemporaneamente all’ufficio di Sindaco, Angelo Regosa ha continuato ad insegnare nella scuola e a dirigere la schola cantorum; ed oltre agli impegni pubblici aveva anche una famiglia numerosa, una moglie e sei figli.
Come abbia fatto a far fronte
contemporaneamente a così tante ed impegnative responsabilità è un mistero.
Ma forse è un mistero fino ad
un certo punto: era un uomo di fede profonda e convinta ed aveva un cuore
informato alla carità.
Non può essere che questo il
fuoco che ha acceso un così nobile servizio reso a Leno non solo nei suoi 17
anni di Sindaco, ma successivamente anche attraverso altre istituzioni cui oggi
non accenniamo per esigenze di brevità[10],
ma nelle quali ha operato a vantaggio del suo paese e dell’intera provincia
bresciana.
Il Consiglio Comunale di Leno
con la deliberazione n. 67 in data 15 giugno 1974, gli ha conferito - per acclamazione palese - la cittadinanza onoraria.
Angelo Regosa è morto a Brescia
il 12 febbraio 1984. Nel cimitero di Leno, un gruppo di concittadini –
giustamente - ha voluto far erigere a
suo ricordo un cippo commemorativo, purtroppo ora privato ad opera di ignoti
del suo busto in bronzo.
Per molti di noi rimane ancora IL SINDACO, il modello ideale di
pubblico amministratore, di servitore del bene comune.
[1] Per la
stesura di queste note ci si è avvalsi:
· delle
notizie contenute in “Impegno politico, sociale
e religioso di Angelo regosa e Mirella Cerutti”, 2004
· di
alcuni scritti di ricostruzione storica attributi a Battista Favagrossa e amici
· della
testimonianza orale del fratello Giuseppe Regosa
[2] Rinuncia
anche a percorsi di istruzione universitaria (era già arrivato con ottimi
risultati al 3° anno di medicina a Pavia) per seguire il suo ideale
politico-sociale
[3] Vedi CC 67
in data 15.06.1974 “Conferimento della cittadinanza onoraria al cav. uff.
Angelo Regosa”
[4] La
classificazione era prevista nel R.D. 30 settembre 1938, n. 1631 (vedi
L’OSPEDALE CIVILE, Battista Favagrossa, 1988, pag. 109)
[5]
Testimonianza di Giuseppe Regosa
[6] questa
somma, nella testmonianza del fratello Giuseppe, è finanziata con i fondi
ricavati sempre dalla vendita dei beni sequestrati ai tedeschi in ritirata.
[7] giova
ricordare che molti dei diritti che oggi riteniamo con buona ragione
“irrinunciabili”, nel primo dopoguerra sono stati conquistati con grandi
fatiche e sacrifici; la loro acquisizione non solo non era scontata, ma era
anche difficile da immaginare
[8] Aldo Moro
ministro di grazia e giustizia, Enrico Roselli e Giuseppe Di Vittorio (che
coinvolgeranno il ministro delle finanze Giulio Andreotti)
[9] ASCLeno,
b.675/6
[10] Banda
comunale, Associazione Comuni Bresciani, Centro bresciano dell’antifascismo e
della resistenza
Nessun commento:
Posta un commento