Cascina Breda D'Ale
Percorso Leno - Milzanello
Il ponte sulla seriola Molone permette di imboccare la strada privata che in direzione nord porta alla cascina Breda D’Ale che pur essendo molto vicina all’abitato di Milzanello, è censita del comune di Leno.
Il toponimo “breda”
è diffuso nella nostra pianura e e deriva dal latino “praedium”
o dal longobardo “braida”: possedimento di più campi con casa da
lavoratore; secondo il Fappani “Dale” è probabilmente
l’abbreviazione di Afelaide. Tanto il Vuoine e Cornelio Adro nella
loro “Historia” ricordano che al tempo dell’abate Liuzzone,
anno 999 “un uomo di molto potere chiamato Riperto fece edificare
un castello senz’alcuna partecipazione dell’abate e lo chiamò
D’Ale. Il catello fu poi distrutto, ma restandovi la contrada dove
si trovava questo che si chiama Breda D’Ale, “preadium Dalì”,
qual’è dell’Abbadia. E gli agricoltori di quelle terre dicono
(siamo nel 1590) d’avere con gli aratri molte volte trovato diverse
cose, che danno indicio d’esso castello”.
Anche questa azienda era di proprietà del monastero benedettino di Leno e al tempo della sua soppressione ne 1783 era così composta: estensione di 62 piò e 18 tavole suddivisa in sette appezzamenti, con a sera del Molone si trovava la casa di più corpi terranei e superiori con stall, fienile, aia e orto. Altri quindici appezzamenti erano situati al di là del Molone con casa del massaro, stalle, orto e fienile. I 215 piò dei poderi furono assegnati a Bernardino Fedreghini jr, nipote del noto architetto Bernardino, aiutante dell’abate Marchetti nella direzione dei lavori della nuova parrocchiale di Leno e conosciuto per lavori di ingegneria idraulica nella zona.
Nel 1802 i nobili
Uggeri acquistarono parte della proprietà. Ovvero una casa in parte
colonica e in parte di uso di azienda rurale con orto annesso e 25
piò di prato.Dal
catasto austriaco sappiamo che parte della proprietà apparteneva
alla Casa di Ricovero
per le Zitelle di S. Agnese in Brescia, mentre alla contessa Dorotea
apparteneva pure la Fornace situata a sud di Breda D’Ale. Questi
stabili passarono poi al Di-Bagno marchese cav. Ferdinando, che
durante l’amministrazione del sindaco Eugenio Cottarelli fece parte
del Consiglio
La fornace
Trovandosi
nella zona una rilevante quantità di argilla, esiste da tempo
immemorabile una fornace per la produzione di laterizi. L’ubicazione
non fu stabile, poiché la fabbrica seguiva la cava. Solo inbase
ad occasionali notizie, sappiamo dell’esistenza di “un campo
della fornace, con l’indicazione del forno, sui fondi di proprietà
dell’Abbazia di Leno nei pressi di Breda D’Ale”.
Nel
censimento delle industrie estrattive, cave, indetto nell’anno
1870, la stessa era proprietà delmarchese
Guidi Di-Bagno, condotta in affitto da Angelo Mensi.
Si
producevano mattoni e tegole a cielo aperto; i dipendenti erano
quattro fornaciari ed escavatori con due manovali. Il lavoro
completamente manuale era dato a cottimo e durava in media cento
giornate lavorative. Il rudimentale forno per la cottura dei
manufatti era alimentato da albera, salice e poco gelso. In data
imprecisata l’azienda passò in proprietà del signor Enzo Treves
De Bonfili di Padova. Nel 1948 concesse in affitto il fondo dotato di
115 piò di terreno al signor Luigi Zinetti proveniente da altra
azienda di Squadretto. Gli Zinetti rimasero conduttori per circa
cinquant’anni. Nel 1975 prese dimora il signor Camillo Tomasi la
cui famiglia è originaria di Canè di Vione (Valle Camonica) e nel
1997 acquistarono l’immobile zona sera con 80 piò di terreni e
altri ne aggiunsero in seguito: sono coltivati a monocoltura di mais
irrigabili con le acque della seriola Molina.
L’altra
parte dello stabile fu acquistato dai Vivaldini. I Tomasi si dedicano
all’allevamento di bovine da
latte in stalla moderna con zona all’aperto, impianto di
alimentazione Unifeed e sala di mungitura.
La
tipologia
planimetrica
della
cascina, di notevoli dimensioni, è a corte chiusa con due ingressi
in lato sud e di servizio in lato nord. Essenzialmente la struttura
si presenta in ogni facciata interna
con arcate; il fabbricato a monte è costituito da vecchie stalle con
fienili superiori e abitazioni
negli angoli, portico aperto a mezzodì con undici arcate sostenute
da pilastri. In lato di mattina
le arcate sono sei con abitazione; il lato di sera è occupato da
rimesse con sette arcate e abitazioni,
infine il lato di mezzodì è formato da cinque arcate.
Istituto di Istruzione Superiore “V.Capirola” - 3^ B CAT
anno scolastico 2015/2016
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