giovedì 29 giugno 2017

Cascina Mirabella - Percorso Leno - Milzanello



Cascina Mirabella

Percorso Leno - Milzanello

È una delle più belle cascine lenesi, è situata appena fuori dal paese a lato della provinciale Leno-Manerbio, a metri 66,6 s.l.m. Secondo un’interpretazione la cascina “prese il nome dai conti Langosco di Mirabello, specialmente dal conte Gherardo Palatino di Mirabello, emigrato piacentino al tempo dei Visconti”1. Un Ottobono conte di Langosco di Mirabello, sostenuto dai veneziani, si fece dichiarare abate di Leno l’anno 1402. L’Olivieri scrive a sua volta a proposito del toponimo Mirabella: “Nome di vari cascinali posti generalmente su di un’altura... è da intendere un composto verbale mira-bello, luogo donde si ha un bel vedere”. Questa seconda ipotesi non sembra però suffragata nel nostro caso dalla posizione della cascina. Il complesso originariamente comprendeva fabbricati realizzati in epoche diverse dal XIV al XV secolo: la casa padronale, di un certo pregio architettonico, con decorazioni e affreschi, la casa del massaro, le485itazioni dei salariati, stalle, fienili, porcili e pollai, alti porticati; murature in pietra e mattoni di buona fattura.

Chiesetta campestre di Mirabella

L’architettura della chiesetta, che è dedicata a San Bernardo, risale nel suo complesso all’ultimo ventennio del Quattrocento. Le belle profilature polilobate in cotto che ingentiliscono i due spioventi di facciata e quelle più sobrie della parete laterale sono tra le più interessanti testimonianze di questo tipo di decorazione nel Bresciano. Più antichi, forse un resto della struttura tardoromanica dell’edificio, dovrebbero essere i due archi a pieno centro 9 realizzati in corsi alterni di mattone e pietra ed impostati su tre robusti pilastri in pietra viva. La stessa asimmetria delle aperture rispetto all’asse della facciata fa pensare ad un ampliamento tardo quattrocentesco che ha conservato nella porta e nella finestra i resti del precedente più piccolo edificio sacro. L’affresco sull’altar maggiore, organizzato secondo lo schema del polittico, risale ai primi anni del Cinquecento e raffigura la Madonna con il Bambino incoronata dagli Angeli, San Bernardo e San Benedetto. I numerosi restauri e l’umidità hanno un po’ sfigurato le immagini, che dovrebbero essere state dipinte dallo stesso maestro ferramoliano che ha eseguito l’affresco con i Santi Cosma e Damiano. Si deve prestare un’attenzione del tutto particolare ai motivi decorativi che arricchiscono le architetture e il trono della Madonna: notiamo candelabri, intrecci concentrici, valve di conchiglia, che sono tipici del primissimo Cinquecento bresciano. I costoloni e gli spicchi della volta ad ombrello sono invece ricoperti da variegate e policrome decorazioni di sapore ancora gotico, ma eseguite sicuramente contemporaneamente alle immagini. Sulle pareti della chiesa è molto bello l’affresco di un altro maestro bresciano operante nella scia del Ferramola (ma molto più valente del precedente), raffigurante il Cristo compianto dalle Sante Maria Maddalena e Agata (?). L’immagine della Maddalena è forse il brano più conservato di tutta la decorazione della chiesa e anche quello più vigoroso; il panneggio si svolge pesante ma sciolto, corposo e ricco, e copre un corpo plasticamente concreto e tridimensionale. La datazione di questo affresco si deve spostare un po’ più avanti nel tempo, intorno al 1515-1520. L’affresco dei Santi Cosma e Damiano è meglio conservato di quelli dell’altar maggiore, deve essere opera dello stesso artista, e offre un’interessantissima testimonianza per la storia del costume e della medicina: i due Santi tengono tra le mani dei ferri chirurgici e vestono ricchi mantelli ornati di vaio. Un problema particolare è invece rappresentato dall’edicola cotto raffigurante la Madonna con il Bambino che si trovava (ora scomparsa) ...all’esterno su una parete della chiesa. Sembrerebbe a prima vista quattrocentesca di eccelsa qualità, donatelliana, e potrebbe essere più plausibilmente una copia ottocentesca (L. Cirimbelli, Leno. Dodici secoli, cit.
vol. I pp. 90-92).


Lavori didattici a cura di:
Scuola dell’Infanzia – Leno – Plesso Rosso 
Scuola Primaria – Leno - 4^E 
Istituto di Istruzione Superiore “V.Capirola” - 3^A CAT
anno scolastico 2015/2016



 










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